Infrastrutture sportive - Riaperture cantieri e ammodernamento delle strutture obsolete

Il settore dello sport è in grande difficoltà per conseguenza degli effetti negativi generati ...


Il settore dello sport è in grande difficoltà per conseguenza degli effetti negativi generati dalla pandemia, ma quel che più preoccupa è anche lo stato in cui versano le infrastrutture sportive, la loro presenza insufficiente nel territorio e l’acuirsi di tutte quelle criticità pregresse che la pandemia non ha fatto altro che evidenziare e far emergere con ancora maggiore forzaGli aiuti governativi2, ma che ancora attende di vedere la luce.

Analogamente anche nella provincia di Lecce, non ci sono buone notizie sul fronte “impiantistica sportiva”. Da una parte l’esiguità delle risorse e dall’altra i molti, forse troppi, ostacoli burocratici, fatto sta che circa tremila atleti salentini si vedono costretti ad allenarsi in campagna, nei parchi o in strada, poiché oltre al campo Montefusco del centro Coni di Lecce (che è in grado di ospitare competizioni ufficiali di atletica leggera), le altre cinque strutture sono o inagibili o in fase di ristrutturazione ormai da anni. Un report dettagliato condotto dal fiduciario provinciale dei giudici di gara, Angelo Gianfreda, riporta la situazione provinciale definendola disastrosa: «Opere incompiute o con scarsa manutenzione, o addirittura oggetto di inspiegabili errori»4. E secondariamente, aggiungiamo noi, sarebbe il caso di attuare quelle modifiche strutturali che l’Europa ci chiede da anni e senza le quali non possiamo spendere le risorse europee rischiando così di mancare obiettivi importanti per il nostro Paese.

A tal proposito, la nomina – il 16 aprile – di ventinove commissari straordinari per ben 57 opere pubbliche rimaste bloccate (sempre per ritardi dovuti alla complessità delle procedure soprattutto nelle fasi progettuali) è un segnale positivo da parte del governo Draghi che mostra di voler agire nel concreto per rilanciare la situazione cantieristica. Per adesso si tratta per lo più di grandi opere nel settore delle infrastrutture ferroviarie, stradali, portuali, oltre che una metropolitana, diverse opere idriche e caserme per la pubblica sicurezza (valore complessivo di 82,7 miliardi di euro, di cui 33 miliardi già stanziati); ma è atteso per il mese di giugno un secondo decreto con ulteriori opere da sbloccare, che attendiamo di conoscere per avere una situazione più chiara del cronoprogramma di Governo.

Riapertura dei cantieri, semplificazione degli iter burocratici, messa in sicurezza e rilancio delle strutture già esistenti, utilizzo sapiente dei fondi europei destinati all’incremento e alla messa a nuovo dell’impiantistica sportiva e, a questo punto, incentivazione agli investimenti nelle infrastrutture italiane da parte dello Stato.

Tornare in carreggiata è possibile, bisogna impegnarsi per farlo concretamente.

 

Pasquale Iovine